Il 2020 è stato un anno molto difficile per gran parte delle persone e dei brand. Abbiamo assistito ad eventi globali che hanno modificato la percezione delle persone e hanno influenzato il modo di vivere e di pensare.
Anche le piattaforme social hanno subito l’impatto e sono state fortemente influenzate da trend che hanno generato grandi discussioni e hanno fatto nascere l’esigenza di riadattare intere strategie di comunicazione.
In che modo?
Dagli incendi che hanno devastato l’Australia, al Covid-19, alla morte di George Floyd fino alle elezioni americane: molteplici sono stati i trend che hanno guidato i social e creato hashtag che hanno assunto una forza mondiale fino a diventare famosi in ogni angolo della terra come ad esempio #blacklivesmatter.
Il nuovo decennio ci ha colti completamente impreparati e ci ha sorpresi con un susseguirsi di eventi che hanno rimodellato le persone, le percezioni e i valori.
Impostare una strategia social vincente
I brand devono prendere in considerazione il fatto che questi avvenimenti abbiano rivalutato intere priorità e che, di conseguenza, gli strumenti digitali abbiano assunto un ruolo centrale.
Si parla di un vero e proprio social reset, ovvero una rivalutazione da parte degli utenti del ruolo delle piattaforme nella loro quotidianità.
I social hanno permesso di essere sempre più vicini, anche se non fisicamente, a persone e brand, di sentirsi parte di una grande famiglia, di esprimere la propria opinione riguardo a tematiche fondamentali, di entrare nelle case di persone famose, di condividere stati d’animo e di sentirsi meno soli.
Le nuove strategie social non possono non tenerne conto.
Secondo il rapporto Social Media Trends di Hubspot e Talkwalker, le conversazioni saranno dettate dalle 4 C del contenuto relativo al Covid-19, ovvero:
- Community – comunità
- Contactless – assenza di contatto
- Cleanliness – igiene
- Compassion – compassione
Rappresentano un simbolo e un riassunto degli effetti che il 2020 ha avuto sulla vita delle persone. Il compito dei brand oggi è quindi quello di plasmare la propria comunicazione e riadattarsi sulla base delle reali preoccupazioni dei consumatori.
Diventa sempre più importante conoscere il proprio pubblico, sapere con chi si sta interagendo, età, sesso, interessi, bisogni e preoccupazioni. L’analisi dell’audience è ancora una volta la base per poter sviluppare la strategia comunicativa.
Riadattare la strategia per comunicare con gli utenti

1. Conversational marketing
L’obiettivo della customer journey diventa oggi quello di avviare una vera e propria conversazione con i consumatori e costruire una community di utenti desiderosi di interagire con i brand.
Le aziende non possono più esimersi dal connettersi empaticamente con i propri clienti, devono iniziare a investire in community e persone reali per poter promuovere i prodotti e servizi in modo innovativo.
La pubblicità non può più permettersi di essere invasiva, ma deve essere personalizzata e mirata a soddisfare le esigenze del singolo.
I social network si evolvono in questa direzione, mettendo a disposizione dei brand validissimi strumenti come chatbot, gruppi, community ed hashtag. Tik Tok è, ad esempio, la piattaforma che ha unito perfettamente il concetto di community e creatività per sostenere i business, offrendo loro la possibilità di creare un nuovo modo di fare adv.
2. Humanity
Il nuovo decennio ha creato la necessità di mostrare il lato umano dei brand, di insistere su valori come trasparenza e autenticità e di proporre un tone of voice morbido e rassicurante per guidare e confortare gli utenti. Le persone devono poter mettere a nudo le proprie preoccupazioni e sentirsi al sicuro all’interno della relazione con i brand. Grazie ai social network si possono esprimere questi valori e si ha la possibilità di mostrare la propria voce facendo parlare clienti, dipendenti o chiunque sia in grado di immedesimarsi negli utenti e offrire loro un nuovo punto di vista. Live e webinar stanno entrando a far parte delle nostre vite, rispettando l’esigenza di mantenere una distanza fisica, ma allo stesso tempo accomunando persone e interessi. Si tratta di strumenti contactless per mostrare i dietro le quinte, comunicare idee, informare gli utenti e farli sentire una parte importante dei brand.
Twitter si è mosso proprio in questa direzione, introducendo la condivisione sulla propria piattaforma di messaggi vocali, dando alle pagine la possibilità di twittare contenuti con un tono più umano e trasparente.




3. Content
L’impossibilità di uscire di casa ha costretto i brand a trovare un nuovo modo di proporre contenuti per la community, di interagire con i consumatori e di divulgare i valori. Tra le strategie presenti e future troviamo ad esempio il remix, ovvero la capacità di prendere contenuti esistenti e reinventarli, diventando un vero e proprio tormentone. Le aziende devono incoraggiare la creatività dei follower e spingerli a parlare di loro. Instagram, sull’onda di Tik Tok, ha implementato all’interno della propria piattaforma la funzione “reels”, dando l’opportunità agli utenti di sfruttare il concetto di remake.
Un secondo approccio valido e fruttifero è sicuramente il nostalgia marketing che consiste nel riproporre ai propri utenti prodotti del passato ottenendo un duplice risultato: posizionare positivamente il brand nella mente dei propri consumatori costruendo un legame emotivo, evocando sensazioni ed emozioni antecedenti alla pandemia e rilanciare un prodotto vintage ad una nuova fascia di utenti che, non avendolo vissuto in passato, possono provare per la prima volta nuove sensazioni. Content is the king sarà sempre più veritiero e dovrà guidare intere strategie di marketing aziendali.
I social si adattano costantemente ai trend del momento e alle abitudini dei consumatori. Le piattaforme diventeranno un elemento ancora più fondamentale nelle pianificazioni, sia earned che paid, dei brand che dovranno investire tempo e risorse in questi strumenti adottando un’ottica introspettiva per analizzare il proprio target e selezionare il giusto mix di piattaforme.
Una conseguenza fondamentale sarà quella di strutturarsi a livello aziendale, affiancandosi a professionisti, per sostenere e gestire la portata di questi canali. Senza un attento monitoraggio e un’adeguata reportistica, il rischio sarà quello di non riuscire a timonare la propria comunicazione e di venire sommersi dal flusso di commenti e contenuti negativi di una community. Acquisire le corrette competenze sarà essenziale per gestire situazioni particolari che si potrebbero evitare mettendo in campo le giuste skill.