La moneta elettronica più nota sembra sparita nell’oblio. Dall’oggi al domani. Dalla promessa di sostituire in tutto e per tutto la moneta corrente, i Bitcoin sembrano essersi dissolti nella nebbia.
Accanto ai più noti Bitcoin si affiancherà una nuova moneta virtuale che, a differenza del fratello maggiore, sarà gestita in maniera autonoma da Facebook: Libra sta per fare il suo ingresso.
Sommario
Chi ha inventato i Bitcoin?
Le origini della moneta virtuale per antonomasia si legano indissolubilmente a tale Satoshi Nakamoto, ma da approfondite ricerche sembra che si tratti di uno pseudonimo. Le leggende che gravitano attorno al padre fondatore dei bitcoin si sono susseguite nel tempo legandosi a Elon Musk che, dopo una categorica smentita, si è eclissato dalla paternità incrementando l’alone di mistero che gravita attorno alla moneta virtuale.
Nonostante la storicità resti avvolta nel mistero, il presente racconta una forza inaudita e incontrollabile che le monete virtuali, con i Bitcoin in testa, sembrano possedere. Nessuno – o pochissimi “eletti” – conoscono chi si cela dietro, si ipotizzano manovre speculative ben studiate, che hanno dimostrato come l’avvento della tecnologia possa sconvolgere – anche – il mondo finanziario.
Cos’è il Bitcoin?
Il Bitcoin si identifica con le sigle BTC o XBT ed è la prima cripto valuta a riscuotere un grande successo, ecco perché molto spesso si tende ad utilizzare Bitcoin come sinonimo delle cripto valute.
Il posto d’onore nelle testate di tutti i giornali è stato catturato alla fine del 2017, quando ha visto una incrementale e sproporzionata ascesa nei vertici di valore, salvo poi ritrovarsi in caduta libera poco dopo.
Successivamente tenta nuovamente la risalita in cerca di conforto tra investitori, economisti e legislatori.
La moneta è definita virtuale poiché non ha fisicità, ma non facciamoci trarre in errore dal termine usato: il Bitcoin è sì una moneta immateriale ma al tempo stesso è capace di stravolgere l’andamento dei mercati mondiali.
La direttiva UE sulle criptovalute
Il 2018 ha portato con sé una direttiva dell’Unione Europea che vuole regolamentare e riconoscere il valore delle criptovalute e in particolare del Bitcoin.
Tale direttiva definisce le valute virtuali come:
“Una rappresentazione di valore digitale che non è emessa o garantita da una banca centrale o da un ente pubblico, non è necessariamente legata a una valuta legalmente istituita, non possiede lo status giuridico di valuta o moneta, ma è accettata da persone fisiche e giuridiche come mezzo di scambio e può essere trasferita, memorizzata e scambiata elettronicamente”
La regolamentazione si è resa necessaria come fondamento giuridico per incrementare la lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo.
Quanto costa e quanto vale il Bitcoin
Il valore di produzione fisico del Bitcoin è pari a zero, per via della sua presenza esclusiva nel mondo digitale, ma nonostante non abbia fisicità risponde ad una serie di requisiti che richiedono tempo e risorse.
Il mining, ossia l’insieme di attività che regolano la gestione della criptovaluta, ha costi importanti esclusivamente per la strumentazione necessaria e il consumo energetico.
Ecco perché si dice che il Bitcoin non ha costi di produzione ma solo di mining.
Il valore dei Bitcoin risponde a dinamiche note agli economisti – e anche ai neofiti: domanda e offerta.
La domanda è influenzata dalle notizie sulla criptovaluta che circolano nel settore, dall’utilizzo, dal desiderio di investire in tale moneta e dal potenziale percepito, o almeno queste sono le dinamiche di maggior influenza.
L’offerta sul mercato è determinata da un limite matematico fissato da un algoritmo.
L’incontro tra domanda e offerta determina il valore nel momento della transazione. L’applicazione di tale algoritmo è detta Blockchain, ossia la creazione di una movimentazione debitamente indicata sul registro per regolamentare la transazione.
Accanto ai sostenitori di una morte lontana ma certa delle cripto valute c’è chi, surrogato da altrettante approfondite analisi, è pronto a scommettere su un’impennata ancor più importante di quella avvenuta alla fine del 2017, salvo poi continuare a fasi alterne a presentarsi sul mercato finanziario.
Come si conservano i Bitcoin?
Lo strumento che permette di conservare la criptovaluta per antonomasia è il Wallet (portafoglio) che, nonostante non abbia fisicità, permette la creazione di una struttura ad hoc in cui custodire i Bitcoin (e altre criptovalute) acquistati.
La conservazione e lo scambio di Bitcoin è regolata dal registro di scambi che applica la Blockchain e successivamente può certificare la proprietà – e il passaggio – della criptovaluta da parte di un portafoglio ad un altro.
A differenza delle valute fisiche, il wallet è un indirizzo IP sul quale si accredita il possesso del Bitcoin.
La direttiva UE 2018/843 regola la gestione dei flussi delle cripto valute definendo una procedura specifica per tutelarsi. Vi è pertanto l’obbligo di certificare le identità e il dovere di segnalare eventuali manovre sospette gestite direttamente nei server.
Bitcoin nel 2019
Ad oggi, per rispondere alla domanda “Che fine hanno fatto i Bitcoin”, si può scegliere di essere pessimisti o ottimisti, a seconda dei punti di vista: si stanno affacciando sul mercato nuove monete virtuali che seguono l’onda di popolarità del più celebre Bitcoin pur mantenendo identità e gestioni differenti: Libra, ad esempio, è la nuova moneta di Facebook che sta per irrompere sul mercato e per sdoganare l’uso quotidiano delle criptovalute anche a chi è meno avvezzo a tecnicismi.
Le nuove criptovalute hanno una tecnologia molto più efficiente rispetto al preistorico Bitcoin e questo contribuirà probabilmente a una più efficace diffusione su larga scala.
Per risolvere l’allure di mistero che il Bitcoin è riuscito a creare intorno sé invece ci vorrà del tempo. Le previsioni raccontano un lungo e inesorabile declino che si affianca alla possibilità di una nuova risalita imminente quando Facebook’s Libra diventerà realtà. Già negli ultimi mesi i Bitcoin (e altre criptovalute) hanno segnato nuove forte oscillazioni (per lo più al rialzo) sui mercati delle valute.
Per risollevare l’animo degli investitori serve forse nuova linfa e il fattore scatenante potrebbe essere proprio la nuova metodologia di pagamento messa a punto dal CEO Mark Zuckerberg.
Per conoscere l’esatto esito della previsione serve attendere fino al 2020 quando verrà immessa nel mondo dei social la nuova moneta virtuale e si stravolgeranno le dinamiche dei principali mercati finanziari globali.